Criteri di localizzazione delle industrie

Le industrie si localizzano seguendo precise regole economiche. L'imprenditore generalmente stabilisce di insediare un'industria dove è possibile spendere meno soldi e guadagnarne di più. Per questo, si atterrà ad alcune caratteristiche.

  • L'industria deve essere quanto più vicina a fonti di energia. Ciò valeva soprattutto in passato. Oggi lo sviluppo energetico consente di trasportare l'energia in qualunque posto. Tuttavia, l'Africa, ad esempio, si sviluppa di meno anche perché non ha un grande sviluppo energetico: questa regola ancora è valida.
  • L'industria deve essere quanto più vicina ai giacimenti delle materie prime da lavorare. Anche questa regola è stata superata dallo sviluppo delle vie di comunicazione e dei mezzi di trasporto. Pertanto, oggi le industrie possono essere localizzate anche lontano dai giacimenti, purché le "infrastrutture" siano adeguate per i mezzi utilizzati per il trasporto delle materie prime e del prodotto finito. Una zona montuosa non sarà mai adatta all'insediamento industriale, ma nemmeno una zona pianeggiante isolata!
  • È preferibile che un'industria si collochi ove già ci sono altre industrie. Infatti, le industrie di prima lavorazione trasferiscono il prodotto a quelle successive, con ridotti prezzi di trasporto. E la manodopera è più abbondante perché già insediata, i servizi (infrastrutture, energia...) già esistenti.
  • L'industria deve essere quanto più vicina alla manodopera. Per questo motivo, le industrie venivano localizzate vicino alle città, verso le quali c'è stato un movimento migratorio (urbanizzazione). Successivamente, c'è stato un movimento di de urbanizzazione, per via dell'inquinamento.
  • L'industria deve essere a basso costo, quindi va localizzata dove lo Stato esige meno tasse. Questo espediente viene utilizzato dallo Stato per favorire lo sviluppo delle "aree depresse", attraverso "incentivi" alle imprese per l'insediamento in luoghi meno sviluppati. È una delle cause della delocalizzazione.
  • È preferibile che l'industria sia localizzata dove la manodopera costa meno. Ecco perché le industrie preferiscono spostarsi dal Nord al Sud, dall'Ovest all'Est. È successo in Italia tra il 1960 e il 1990 (Nord->Sud), ora sta succedendo in direzione dell'Europa Orientale e di Cina/India/America del Sud (Ovest->Est). È la cosiddetta "delocalizzazione".

Distretti industriali

Le industrie spesso si localizzano negli stessi luoghi per associarsi nella produzione e nella specializzazione della manodopera. Si creano pertanto dei "distretti industriali". Ad esempio, in provincia di Fermo c'è il distretto calzaturiero più importante d'Italia (produce circa l'80% delle scarpe italiane); in Puglia e Basilicata c'è il distretto dei salotti (tra Altamura, Ginosa e Matera), e così via.

In ogni area o distretto industriale, possiamo trovare impianti, fabbriche, laboratori:

  • gli impianti sono quelli delle industrie di base;
  • le fabbriche sono grandi capannoni e hanno oltre 15 dipendenti/operai;
  • i laboratori sono più piccoli (meno di 15 persone) e quasi sempre sono artigiani.

Ad esempio, l'Ilva è un impianto, la Dreher è una fabbrica, il meccanico un laboratorio artigiano.

Maggiori aree industriali

Le industrie sono localizzate in aree o regioni industriali (piccole, medie, grandi). Le aree più industrializzate d'Europa (per le regole della localizzazione) corrispondono praticamente alle aree più densamente abitate o a quelle più urbanizzate): metropoli e conurbazioni si sviluppano proprio in prossimità di giacimenti minerari, di zone agricole, di insediamenti industriali, di vie di comunicazione.

Le maggiori aree industriali in Europa sono (da nord-ovest a sud-est):

  • Inghilterra e Scozia meridionale;
  • Benelux e Ruhr;
  • Bacino parigino;
  • Lorena;
  • Paesi Baschi;
  • Pianura Padana e direttrici appenninica e adriatica;
  • Slesia;
  • San Pietroburgo, Mosca, Donbass, Monti Urali

Stati europei più industrializzati

Lo Stato più industrializzato d'Europa è la Germania (chimica, farmaceutica, elettronica, meccanica).

Seguono Francia, Regno Unito, Italia.

La Spagna ha un'industrializzazione più recente e non ancora stabilizzata.

A nord, i Paesi scandinavi (Finlandia: tecnologici; Svezia: carta e legno, acciaio, automobili) e baltici sono specializzati in alcuni settori. Lo stesso avviene per la Svizzera (farmaceutica, alimentare, meccanica) e l'Austria (acciaio).

I Paesi dell'Est europeo, per motivi storici, sono meno sviluppati. Mostrano segni positivi soprattutto le aree baltica e centro-orientale per via della delocalizzazione.

La Russia è industrializzata a macchia, ma soprattutto nel settore estrattivo (petrolio, gas) e di base (siderurgia).

Esercizi di verifica

  • Quali sono le varie ragioni per cui le imprese preferiscono insediarsi in un luogo piuttosto che in un altro? E perché in quest'ultimo decennio procedono alla delocalizzazione?
  • Quali sono le maggiori aree o regioni industriali europee? Quali sono gli Stati più industrializzati? Tutti gli Stati producono gli stessi prodotti?
  • Quali sono i tipi di insediamenti industriali?
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