Guida passo passo alla corretta interpretazione dei grafici dei settori economici

Interpretare un grafico dei settori economici è apparentemente facile. Al contrario, ci sono alcuni elementi che possono portare a degli errori di lettura e comprensione. Segui questa guida.

Interpretare il grafico: Paese ad economia avanzata (post-industriale)

Prendiamo in esame due grafici, uno dell'Italia, l'altro del Lazio.

Primo caso: Italia

Grafico dei settori produttivi: Italia (2010)

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Il grafico mostra che gli impiegati nel settore terziario sono il 67,6% del totale (più del 50%); nel secondario lavora il 28,5% degli impiegati; nel primario il 3,9%.

Il fatto che nel terziario lavori più del 50/60% dei lavoratori significa che lo Stato ha un'economia basata sui servizi e non sull'agricoltura o sull'industria. Più della metà della popolazione lavorativa è impiegata nel commercio, nella burocrazia, nella sanità, nei settori informatici e strategici.

Invece, una piccolissima percentuale lavora nell'agricoltura e utilizza necessariamente una serie di tecnologie avanzate per la semina, la crescita e la raccolta dei prodotti (e ciò vale anche per allevamento, pesca e superfici boschive).

L'agricoltura è molto sviluppata: la superficie agraria è molto estesa ma viene coltivata grazie ad una meccanizzazione crescente (il prodotto aumenta, i dipendenti diminuiscono).

Il settore industriale, infine, occupa all'incirca un quarto della popolazione attiva: anche in questo caso le industrie sono presenti e numerose, ma la produzione è alta grazie alla meccanizzazione e informatizzazione dei sistemi.

In sintesi, il numero degli impiegati nell'agricoltura e nell'industria cala; il numero degli impiegati nel settore terziario aumenta. Questa è una linea tendenziale che, però, è sottoposta a variazioni in base all'andamento economico: nei periodi di crisi ci possono essere movimenti contrari a quelli indicati (come accade in questi anni).

Un'economia di questo tipo viene chiamata "post-industriale" proprio perché la maggioranza della popolazione è impiegata nel settore terziario e nel terziario avanzato. Questo grafico è tipico dei Paesi europei, americani o asiatici industrializzati da lungo tempo oppure di industrializzazione recente ma avanzata (Tigri asiatiche).

Secondo caso: Lazio (economia quasi del tutto post-industriale)

Grafico dei settori produttivi: Lazio (2010)

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Simile al precedente, il grafico del Lazio ci permette di inquadrare una situazione estrema: si tratta di una economia basata quasi esclusivamente sui servizi. Il settore terziario impiega l'84% della popolazione attiva, l'industria il 15% circa, l'agricoltura l'1,1%.

In effetti, il Lazio è sede di tutti gli organi governativi italiani, regionali, provinciali e della città di Roma. L'economia del Lazio è quindi caratterizzata dalla presenza di molti "uffici", ma anche di strutture ricettive (alberghi, villaggi...) e di strutture logistiche (stazioni, aeroporti...).

Il grafico del Lazio è tipico di alcune regioni o di alcuni Stati ad economia post-industriale estrema, in cui, quasi per assurdo, l'economia è guidata quasi esclusivamente dal settore terziario, con un minimo apporto del settore industriale ed agricolo.

Questi grafici sono tipici dei Paesi con un ISU molto elevato (in particolare quelli dell'Europa settentrionale).

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