La situazione

Terremoti più forti registrati dal 2004 al 2011: dati
Categoria26/12/200428/3/200512/9/200727/8/200827/2/201011/3/2011
Stato o Regione Isole Andamane - Sumatra Sumatra settentrionale Sumatra meridionale Siberia Cile Giappone
Intensità (scala Richter) 9.0 8.6 8.5 9.0 8.8 9.0
Associazione con tsunami no no
Vittime 230.000 oltre 1300 25 - 451? 15.703 accertate
Conseguenze sull'asse terrestre spostamento di 7 cm - - - - spostamento di 10 cm

Analisi

La tabella dimostra che negli ultimi 11 anni si sono verificati 6 terremoti fortissimi, superiori a 8.5° della scala Richter (vedi la carta geografica in basso). Si offrono alcune conclusioni, che non vogliono procurare allarme, ma portare a riflettere su ciò che l'uomo può e deve fare e non fare.

  1. Per trovare una successione del genere, dobbiamo andare indietro al periodo 1950-1965 (vedi la carta geografica in basso), quando ci fu una serie di sette terremoti superiori a 8.5° Richter:
    • 15/8/1950: Tibet (8.5°)
    • 4/11/1952: Kamchatka (9.0°)
    • 9/3/1957: Isole Andreanof - Alaska (8.6°)
    • 22/5/1960: Cile (9.5°)
    • 13/10/1963: isole Kurili (8.5°)
    • 28/3/1964: Stretto di Prince Wiliam - Alaska (9.2°)
    • 4/2/1965: Isole Rat - Alaska (8.7°)
    • Risalendo indietro, accadde lo stesso tra il 1920 e il 1938. Insomma, non è la prima volta che in pochi anni si verificano vari eventi disastrosi. Non si avvicina la fine del mondo: è un chiaro segnale che la Terra continua a trasformarsi e a sprigionare le sue energie.
  2. I terremoti di questo decennio e del precedente riguardano sempre la placca del Pacifico (ad eccezione di quello del 2004, comunque afferente).
  3. La serie di forti terremoti è ravvicinata, e questo conferma che la tettonica delle zolle agisce in tempi ben precisi di forte attività e di relativo riposo. Ma non è possibile prevedere tali tempi.
  4. I terremoti di questo decennio, grazie alle nuove conoscenze scientifiche, mostrano che lo spostamento dell'asse terrestre è influenzato dall'attività sismica. Sappiamo anche che l'asse terrestre influenza la durata del giorno e il clima, pertanto le variazioni climatiche nel tempo sono molto complesse e determinate da moltissimi fattori (esterni: Sole, asteroidi, eccetera, ma anche interni, appunto). Ci sarebbe probabilmente da rivedere anche il movimento della precessione degli equinozi, a questo punto.
  5. Ricordiamo che le conoscenze sull'Interno della Terra, sulla tettonica a zolle, sull'attività sismica e sulla vulcanologia sono molto molto recenti, e che le rilevazioni scientifiche dei terremoti lo sono ancora di più. In questi giorni si è sentito dire spesso "il terremoto più forte della storia del Giappone". Beh, umilmente dovremmo dire "il terremoto più forte della storia recente del Giappone", perché non conosciamo molto di ciò che precede il 1900: qualche notizia tratta da testi scritti, ma nessuna rilevazione scientifica (né della misura, né dell'epicentro, né dell'ipocentro e così via).
  6. Tutto ciò dovrebbe avere delle conseguenze importanti sulle nostre attività umane.
    • La scienza è arrivata certamente ad un punto di sviluppo considerevole.
    • I grattacieli di Tokyo hanno retto al fortissimo e prolungato urto del terremoto; non così le case sulle coste, spazzate dallo tsunami.
    • Il rischio nucleare in Giappone, tuttavia, dimostra che le forze della natura sono molto più enormi dei nostri calcoli e molto più varie rispetto ai nostri calcoli preventivi.
    • Dovremmo essere molto più attenti e coscienti delle conseguenze negative di qualsiasi scelta. I video pubblicati su Internet, ad esempio, mostrano l'azione del maremoto che porta via con sé tutto quello che incontra (anche apparentemente solido). Quanti mezzi di trasporto, quante case, quante pompe di benzina, quanti agenti inquinanti, insomma, ha inghiottito il mare? E quali conseguenze negative avrà tutto ciò a breve, medio, lungo termine?
    • Forse le coste dei continenti (esposti o meno agli tsunami) dovrebbero ricevere un trattamento diverso ed essere oggetto di una pianificazione più rispettosa della Terra.
  7. I giapponesi ci hanno insegnato che il terremoto si combatte con la prevenzione e con l'educazione.
    • Prevenzione significa costruire case solide, con criterio, in modo che l'uomo possa e debba rimanervi dentro durante il terremoto. La fuga, infatti, non salva nessuno.
    • Prevenzione significa mettere in atto politiche di continua esercitazione e attenzione. I turisti, appena arrivati in Giappone, vengono invitati a comprare caschetti e materiale occorrente per la sicurezza, e vengono addestrati per l'emergenza.
    • Educazione equivale a convivere pacificamente e responsabilmente con il terremoto, senza paura ma con coscienza.
    • I giapponesi ci insegnano, eppure hanno subito una devastazione storica. Se dovesse capitare un terremoto del genere in Italia, non staremmo qui a parlarne.
  8. Non è possibile prevedere terremoti, ma la storia geologica della Terra insegna che grandi sommovimenti destabilizzano le placche, con conseguenze di un certo rilievo su tutta l'area. Il confronto tra le due carte geografiche mostra che nel periodo 1950-1965 l'area più colpita fu quella tra Russia e Alaska; oggi invece il continente più soggetto è l'Asia, in particolare la zona dell'Indonesia. Dobbiamo aspettarci la fine dei grandi terremoti o una estensione nella zona dell'Alaska e del Nord-America?

Localizzazione dei terremoti del periodo 1950-1965

Localizzazione dei terremoti del periodo 1950-1965

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Localizzazione dei terremoti del periodo 2004-2011

Localizzazione dei terremoti del periodo 2004-2011

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