Teorie economiche
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- Categoria: Rivoluzioni industriali
- Creato Mercoledì, 28 Dicembre 2011 13:25
- Ultima modifica il Lunedì, 02 Gennaio 2012 09:18
- Scritto da Giorgio Sonnante
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Dalla fine del Seicento, era in voga il sistema economico basato sul mercantilismo, chiamato anche "colbertismo" (da Colbert, ministro delle finanze di Luigi XIV). Il colbertismo limita la libertà dell'individuo a favore del controllo statale: obiettivo generale è quello di permettere che il bilancio dello Stato sia attivo (attraverso l'aumento delle entrate, favorito soprattutto dalle tasse).
Nella I Rivoluzione Industriale continua a essere seguita la teoria del mercantilismo, mentre in teoria comincia a diffondersi, attraverso l'Illuminismo, il liberalismo economico (o liberismo).
Con la II Rivoluzione Industriale si afferma definitivamente il liberismo (ogni individuo è libero di intraprendere un'attività economica, di stabilire la quantità, qualità, prezzo...; lo Sato interviene poco o per niente nella vita economica, se non per favorire l'individuo). In seguito alla depressione del 1929, lo Stato torna di nuovo ad intervenire per limitare la crisi del mercato (protezionismo o autarchia). In Russia, però, si afferma il comunismo, un sistema economico in cui l'individuo non è per nulla libero di intraprendere e lo Stato controlla totalmente il processo produttivo (decide che cosa produrre, quando farlo, a chi vendere...).
Con la III Rivoluzione Industriale, si è tornato a parlare di eliminazione dell'intervento statale, giacché fonte di inefficienza e di sperpero. Il comunismo crolla. Il mercato, pertanto, è ritornato libero (e per questo si parla di "neoliberismo"): non esistono dazi, lo Stato non determina più le tariffe dei servizi essenziali, e così via.
La situazione economica venutasi a creare dopo il 2008 sta portando ad una crisi del neoliberismo: non si sa che cosa accadrà nei prossimi anni nell'organizzazione economica globale.