• Periodo: Rivoluzioni industriali: Prima (circa 1770-1870); Seconda (circa 1870-1970); Terza (dal 1970 circa, in corso)

Nel Seicento e nella Prima Rivoluzione industriale

Dalla fine del Seicento, era in voga il sistema economico basato sul mercantilismo, chiamato anche "colbertismo" (da Colbert, ministro delle finanze di Luigi XIV). Il colbertismo limita la libertà dell'individuo a favore del controllo statale: obiettivo generale è quello di permettere che il bilancio dello Stato sia attivo (attraverso l'aumento delle entrate, favorito soprattutto dalle tasse).

Nella Prima Rivoluzione industriale continua a essere seguita la teoria del mercantilismo, mentre comincia a prendere piede, attraverso l'Illuminismo, il liberalismo economico (o liberismo).

Nella Seconda Rivoluzione industriale

Si afferma definitivamente il liberismo:

  • ogni individuo è libero di intraprendere un'attività economica, di stabilire la quantità, qualità, prezzo...;
  • lo Stato interviene poco o per niente nella vita economica, se non per favorire l'individuo).

In seguito alla Depressione del 1929, lo Stato torna di nuovo ad intervenire per limitare la crisi del mercato (protezionismo o autarchia).

In Russia, però, si afferma il comunismo, un sistema economico in cui l'individuo non è per nulla libero di intraprendere e lo Stato controlla totalmente il processo produttivo (decide che cosa produrre, quando farlo, a chi vendere...).

Nella Terza Rivoluzione industriale

Si torna a limitare ed eliminare l'intervento statale, fonte di inefficienza e di sperpero. Il comunismo crolla.

Il mercato, pertanto, ritorna libero (e per questo si parla di "neoliberismo"): non esistono dazi, lo Stato non determina più le tariffe dei servizi essenziali, e così via.

Con la crisi economica del 2008 si è verificata anche una crisi del neoliberismo: non si sa bene che cosa sta accadendo e che cosa accadrà nei prossimi anni nell'organizzazione economica globale.

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