• Periodo: Medioevo (Alto e Basso) ed Età moderna

In sintesi, i caratteri peculiari della monarchia feudale in una tabella organizzata per argomenti.

Sintesi degli aspetti peculiari della monarchia feudale
Aspetto consideratoDefinizione
Definizione La monarchia è detta feudale quando un regno è diviso in vari territori, governati da diversi signori che si riconoscono vassalli di un unico sovrano (monarca). La cultura, la religione e la lingua non sono comuni per tutti i residenti.
Periodo storico

Dall'800 circa al XIII/XV sec.

In alcuni Stati europei, la monarchia feudale resiste anche oltre (è il caso dell'Impero germanico, in cui la frammentazione prevale fino all'Ottocento; anche in Italia prevale la frammentazione, sebbene qui vada fatto un discorso a parte (vedi "Signorie" o "Stati regionali").

Stati principali in cui si afferma A partire dall'Impero Carolingio (Europa occidentale), si diffonde in tutta l'Europa.
Organizzazione politica (organi principali)

Il sovrano (che può avere titoli differenti: re, principe, conte, duca, marchese, vescovo, abate...) esercita il potere (politico, giudiziario, amministrativo, militare...) come monarca. Tuttavia, affida a uomini fedeli (feudatari) la gestione del territorio, concesso come "beneficio" (la proprietà rimane del sovrano). Il beneficio può essere ritirato in caso di infedeltà. Compito del feudatario è difendere il territorio e amministrare il potere in nome del sovrano.

In questo modo, il territorio (unico) viene diviso in tanti feudi, che con il passare del tempo ottengono sempre più autonomie dal potere centrale, separandosene (spesso i feudatari affidano parti più piccole a uomini fedeli: vassalli, valvassori, valvassini, ecc.).

Il potere dei signori locali cresce a discapito del potere centrale. L'esercito è composto spesso da mercenari. Oltre alla struttura feudale, non vi è una organizzazione burocratica ben definita. Il re spesso consulta i feudatari, ma poi ne diventa dipendente, bisognoso... Generalmente non ci sono organi consultivi o elettivi.

Ceti dominanti (classi sociali)

Ceto dominante per eccellenza è la nobiltà, che si genera per nomina diretta da parte del monarca, poi per discendenza. Nessuno può diventare nobile se non per nomina regale. La classe nobiliare, pertanto, è chiusa.

Rilevante è il ruolo del clero, che gode di un particolare status (soprattutto nelle alte gerarchie: cardinali, vescovi, abati). I sacerdoti e i monaci sono paragonabili al popolo.

Lentamente si sviluppa e afferma la borghesia, ma non ha un ruolo politico specifico, sebbene il suo ruolo economico si faccia sempre più importante. Il popolo non ha nessun ruolo, ma è una classe abbastanza aperta perché alcuni contadini o artigiani possono diventare borghesi (soprattutto chi abita nei "borghi").

Cause ed eventi dell'affermazione La monarchia feudale si afferma con Carlo Magno perché occorrono la gestione capillare del territorio, il suo controllo e la sua difesa, ma anche per favorire la fedeltà e il legame diretto tra imperatore e signori locali.
Cause ed eventi della crisi La creazione di vasti imperi, poco controllabili e soggetti alle invasioni; il desiderio dei feudatari di conservare e ampliare i privilegi ottenuti, ma anche di trasmetterli di generazione in generazione ai propri figli; le lotte dinastiche per le cariche imperiali; le lotte tra Impero e Chiesa; il desiderio di autonomia di Comuni e piccoli territori; le varie guerre; tutto ciò ha fatto sì che già con la morte di Carlo Magno l'impero si sgretolasse e il potere locale diventasse sempre più importante e preponderante rispetto a quello centrale.

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