• Periodo: Dal Settecento (fine dell'Età moderna, che giunge al 1789, ed Età contemporanea, dal 1789 a oggi)

L'articolo è redatto secondo lo schema generale: Schematizzare un problema/processo storico.

Attenzione: poiché liberalismo e liberismo hanno origine nello stesso tempo, hanno molti aspetti in comune. Pertanto, le due tabelle, in alcune voci, riportano gli stessi contenuti.

Liberismo

Definizione complessa di "liberalismo"
AspettoDefinizione
Definizione ed etimologia Movimento politico che professa la libertà dell'individuo nei confronti dello Stato. Deriva da "liberalis", a sua vota da "libertas", uno dei valori fondamentali della Rivoluzione Francese e prima ancora della Rivoluzione americana (ad essere onesti, delle Rivoluzioni inglesi e della Magna Charta).
Tempi Dall'Illuminismo in poi (cioè dal 1740 in po).
Luoghi Dall'Inghilterra e dalla Francia si diffonde in tutto il mondo.
Personalità Gli illuministi sono in buona parte liberali e liberisti. Tra i liberisti, si distinguono Adam Smith, fondatore teorico, e William Cobden. Tra i liberali, John Locke.
Inquadramento del problema (origine e cause) Liberalismo e liberismo hanno origine dalla stessa matrice, ossia dalla difesa della libertà individuale rispetto alle prerogative o ai privilegi di pochi (singoli o ceti: nobiltà e clero) o di alcuni (re, signori locali, …). D’altronde, i liberali e i liberisti intendono dimostrare che la concessione di libertà non riduce i privilegi e lo sviluppo, anzi, li accresce, perché aumenta il benessere di tutti, e quindi di ciascuno.
Contesto in cui si sviluppa Il liberalismo si afferma nel contesto dell'evoluzione dalla monarchia assoluta alla monarchia illuminata o alla Rivoluzione Francese. Dal punto di vista culturale e politico, potremmo perfino dire che la Riforma protestante può essere interpretata anche come rivoluzione liberale in senso religioso (oltre che culturale ed economico).
Evoluzione del problema

La Rivoluzione Francese (1789) e l’Impero Napoleonico (1804-1814) affermano che la libertà è uno dei capisaldi dello Stato moderno. La Restaurazione (1814), tuttavia, blocca il processo liberale, facendo ripiombare l’Europa nell’Ancien Règime. Dal 1820 al 1849 si susseguono continuamente rivoluzioni, dette “liberali” perché fondate sull’idea di libertà e sul tentativo di riaffermare i principi della Rivoluzione Francese. In alcuni casi, si otterranno riforme parziali o sostanziali dello Stato. La seconda metà dell’Ottocento vede l’affermarsi dello Stato liberale, che spesso, però, attua il protezionismo dal punto di vista economico e l’oppressione da quello sociale e politico.

La Prima Guerra Mondiale provoca una netta crisi del liberalismo: ogni Stato deve garantire la propria libertà contro quella altrui, in particolare contro il Comunismo, e ciò porterà direttamente al totalitarismo in alcuni casi, alla crisi della democrazia in altri, all’esaltazione (anche negativa) della stessa democrazia in altri ancora.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il liberalismo ha ripreso vigore e ha dato luogo anche a formazioni politiche nuove, in cui lo Stato rinuncia ad alcune prerogative, che affida a macro organismi (vedi le Comunità Europee, poi UE, o l’ONU).
Cause dell'evoluzione L’evoluzione degli eventi tra Ottocento e Novecento è determinata da varie cause, sociali, economiche, politiche. In particolare, nell’Ottocento è l’alta borghesia che influenza i processi decisionali. Con il tempo, entrano nella scena politica la media borghesia e le classi operaie, che spesso si lasciano condizionare dalle fluttuazioni economiche o dal politico/demagogo di turno, cedendo o chiedendo diritti. Non è possibile studiare in sintesi le cause dell’evoluzione: ogni periodo storico va studiato in modo autonomo per esaminarne le relazioni nel dettaglio.
Cause della fine Liberalismo e liberismo sono imperanti nelle democrazie occidentali e nei sistemi che si ispirano ad esse. Pertanto, non si intravede la fine di queste due ideologie.
Permanenze successive Poiché siamo in pieno liberalismo e neoliberismo, non possiamo considerare questa voce (da prendere in esame solo quando un processo storico è già terminato).
Cambiamenti successivi La globalizzazione sta trasformando liberalismo e liberismo: andiamo incontro all’abbandono del sistema democratico o ad una sua diffusione? Andiamo verso una democrazia diretta dall’alto (dalle multinazionali o dagli oligopoli) o dal basso (dagli individui che si costituiscono in nuove reti aperte, grazie ai nuovi canali di comunicazione multimediale: Internet e simili)? Il liberismo e il liberalismo stanno cedendo terreno a nuovi sistemi economici, oppure si stanno integrando con essi? Siamo in una fase di cambiamento, e noi ne siamo gli attori.

Liberismo

Definizione complessa di "liberismo"
AspettoDefinizione
Definizione ed etimologia Movimento economico che professa la libertà economica dell'individuo rispetto allo Stato, che invece non deve intervenire nell'economia, oppure farlo soprattutto per favorire la stessa libertà dell'individuo. In senso lato, per liberismo si intende anche il libero scambio delle merci (contro l’adozione di dazi o tasse).
Tempi Dall'Illuminismo in poi.
Luoghi Dall'Inghilterra e dalla Francia si diffonde in tutto il mondo.
Personalità Gli illuministi sono in buona parte liberali e liberisti. Tra i liberisti, si distinguono Adam Smith, fondatore teorico, e William Cobden. Tra i liberali, John Locke.
Inquadramento del problema (origine e cause) Liberalismo e liberismo hanno origine dalla stessa matrice, ossia dalla difesa della libertà individuale rispetto alle prerogative o ai privilegi di pochi (singoli o ceti: nobiltà e clero) o di alcuni (re, signori locali, …). D’altronde, i liberali e i liberisti intendono dimostrare che la concessione di libertà non riduce i privilegi e lo sviluppo, anzi, li accresce, perché aumenta il benessere di tutti, e quindi di ciascuno.
Contesto in cui si sviluppa Luigi XIV (1661-1715), attraverso il ministro dell'economia Colbert, affermò il diretto intervento dello Stato a tutela delle attività economiche. Il colbertismo, infatti, equivale a protezionismo. La libertà individuale, invece, era un valore propriamente borghese: la concorrenza stimola il progresso. Mentre il colbertismo viene attuato in tutta Europa e per tutto il Settecento, si diffonde teoricamente il liberismo di Smith e Cobden.
Evoluzione del problema

La Rivoluzione industriale, in Inghilterra, dimostra che il liberismo economico produceva effetti superiori e migliori (in tempi di crescita economica, possiamo aggiungere). A partire dalla metà dell’800, il liberismo si diffonde in tutta Europa, ma in coincidenza di una crisi economica spaventosa (Grande Depressione: 1873-1896) che stimolò praticamente il protezionismo.

Il liberismo fu anche la causa dell’imperialismo: ogni Stato doveva continuare a garantirsi uno sviluppo economico a prezzi inferiori rispetto ai concorrenti, e la soluzione venne ritrovata nella fondazione di nuove colonie.

Il liberismo entra in crisi con la Prima Guerra Mondiale (1914-1918), diretta conseguenza dell’imperialismo (e indirettamente del liberismo). Ogni Stato deve far fronte a enormi spese per la ricostruzione, e ciascuno procede alla protezione del proprio sistema industriale (con interventi massicci dello Stato nell’economia).

La Crisi economica degli anni successivi al 1929 dimostra che il protezionismo aggravava i problemi economici, e si riafferma pertanto la corrente del liberismo, che, per evitare gli effetti negativi in periodo di crisi economica, garantisce allo Stato un maggiore intervento nell’economia attraverso il cosiddetto “Welfare State”, cioè “lo Stato dei servizi” (a tutela della stessa economia attraverso la tutela degli individui più deboli: istruzione, pensioni, assicurazioni…). Dagli anni ’80 del Novecento si è affermato ancora di più il liberismo attraverso il neoliberismo.

Cause dell'evoluzione

L’evoluzione degli eventi tra Ottocento e Novecento è determinata da varie cause, sociali, economiche, politiche. In particolare, nell’Ottocento è l’alta borghesia che influenza i processi decisionali. Con il tempo, entrano nella scena politica la media borghesia e le classi operaie, che spesso si lasciano condizionare dalle fluttuazioni economiche o dal politico/demagogo di turno, cedendo o chiedendo diritti. Non è possibile studiare in sintesi le cause dell’evoluzione: ogni periodo storico va studiato in modo autonomo per esaminarne le relazioni nel dettaglio.
Cause della fine Liberalismo e liberismo sono imperanti nelle democrazie occidentali e nei sistemi che si ispirano ad esse. Pertanto, non si intravede la fine di queste due ideologie.
Permanenze successive Poiché siamo in pieno liberalismo e neoliberismo, non possiamo considerare questa voce (da prendere in esame solo quando un processo storico è già terminato).
Cambiamenti successivi La globalizzazione sta trasformando liberalismo e liberismo: andiamo incontro all’abbandono del sistema democratico o ad una sua diffusione? Andiamo verso una democrazia diretta dall’alto (dalle multinazionali o dagli oligopoli) o dal basso (dagli individui che si costituiscono in nuove reti aperte, grazie ai nuovi canali di comunicazione multimediale: Internet e simili)? Il liberismo e il liberalismo stanno cedendo terreno a nuovi sistemi economici, oppure si stanno integrando con essi? Siamo in una fase di cambiamento, e noi ne siamo gli attori.
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