La Direttiva «stabilisce misure volte a proteggere l'ambiente e la salute umana prevenendo o riducendo gli impatti negativi della produzione e della gestione dei rifiuti, riducendo gli impatti complessivi dell'uso delle risorse e migliorandone l'efficacia».
La direttiva introduce una «gerarchia dei rifiuti», cioè una "classifica" di scelte ambientali.
- La prima scelta è la prevenzione (ridurre la quantità di rifiuti attraverso il riutilizzo dei prodotti);
- la seconda è la preparazione per il riutilizzo;
- la terza il riciclo;
- la quarta il recupero.
- La quinta scelta (da evitare) è lo smaltimento (in discarica o tramite incenerimento). In questo senso, l'incenerimento deve essere funzionale al "recupero" e non alla distruzione.
Riguardo al riciclo, gli obiettivi sono due:
- entro il 2015 tutti gli Stati devono effettuare la raccolta differenziata almeno per la carta, il metallo, la plastica e il vetro;
- entro il 2020, devono essere aumentati del 50% (in peso) il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti domestici.
Gli Stati sono quindi tenuti ad adottare le misure necessarie per vietare l'abbandono, lo scarico e la gestione incontrollata dei rifiuti attraverso sanzioni «efficaci, proporzionate e dissuasive».
Gli Stati membri devono adeguarsi alla Direttiva entro 24 mesi.
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