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Festa della Liberazione

martedì, 25 aprile 2023

 

Categoria

Storia

Anno di istituzione

1946 (22 aprile)

Organi promotori

Umberto II di Savoia, re d'Italia, proclamò il 25 aprile "festa nazionale" su proposta di Alcide De Gasperi, Presidente del Consiglio.

Scelta della data

Il 25 aprile 1945 molte città dell'Italia settentrionale, tra le quali Milano, insorsero contro i nazisti e i fascisti. L'annuncio dell'insurrezione fu dato per radio alle 8:00 antimeridiane da Sandro Pertini, uno dei capi del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia. Sandro Pertini è stato presidente della Repubblica italiana dal 9 luglio 1978 al 29 giugno 1985.

Nello stesso giorno, mese e anno gli Alleati sfondarono la Linea gotica (che andava da Massa a Rimini).

La liberazione dell'Italia dai nazifascisti, quindi, fu resa possibile grazie all'azione congiunta degli Alleati (Francia, Regno Unito, Stati Uniti d'America) e dei partigiani (antifascisti italiani e no), uniti nel Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI ovvero CLN). Alleati e partigiani furono attivi contro le truppe naziste, che avevano occupato militarmente l'Italia centrosettentrionale e una piccola parte di quella meridionale immediatamente dopo l'8 settembre 1943 (data della pubblica divulgazione dell'armistizio di Cassibile, firmato il precedente 3 settembre, con cui l'Italia dichiarava di porre fine alla guerra contro gli Alleati senza però chiarire la propria posizione nei confronti della Germania).

Alleati e partigiani, in realtà, agirono anche contro i repubblichini, ossia contro i fascisti guidati da Benito Mussolini. Questi, arrestato il 25 luglio 1943 e imprigionato sul Gran Sasso in Abruzzo, riuscì a fuggire verso nord e a fondare la Repubblica di Salò. Da qui deriva la denominazione di "repubblichini" per i fascisti, che vanno ben distinti dai "repubblicani". I repubblichini, infatti, sostennero Mussolini, sempre impegnato nella difesa dei princìpi fascisti e nel mantenimento dell'alleanza con la Germania nazista. 

Con la definitiva liberazione dell'Italia dai fascisti e dai nazisti si avviò il processo di trasformazione dell'organizzazione costituzionale e politica dell'Italia: il 2 giugno 1946 i cittadini furono chiamati a decidere tra il mantenimento della forma monarchica e la trasformazione in repubblica; nello stesso giorno votarono per l'elezione dell'Assemblea Costituente. L'esito del referendum fu favorevole alla repubblica; l'Assemblea Costituente, pertanto, si impegnò nella stesura della Costituzione italiana, definitivamente approvata il 27 dicembre 1947, entrata in vigore il 1° gennaio 1948 e tuttora alla base dell'ordinamento democratico della Repubblica italiana.

Fascismo e apologia del fascismo

I principi fondamentali della Costituzione italiana erano e rimangono all'avanguardia, in quanto redatti ben prima che fosse approvata la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (approvata il 10 dicembre 1948).

La nostra Costituzione è democratica, fondata sul lavoro e sui principi dell'uguaglianza e della libertà. Essa è dichiaratamente antifascista. Dopo una lunga rielaborazione, infatti, la XII disposizione transitoria e finale fu così approvata: 

È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.

In deroga all'articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall'entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista.

Questa disposizione è meglio codificata nell'articolo 4 della legge n. 645, approvata il 20 giugno 1952 (Legge Scelba). La norma prevede il reato di "apologia del fascismo", riconosciuto quando si tenti di ricostruire il partito fascista:

Ai fini della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione, si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando una associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, princìpi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista.

 

Chiunque fa propaganda per la costituzione di una associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità ideate nell'art. 1 è punito con la reclusione da sei mesi a due anni...

 

Chiunque, partecipando a pubbliche riunioni, compie manifestazioni usuali del disciolto partito fascista ovvero di organizzazioni naziste è punito con la pena della reclusione sino a tre anni e con la multa da duecentomila a cinquecentomila lire.

Il giudice, nel pronunciare la condanna, può disporre la privazione dei diritti previsti nell'art. 28, comma secondo, numeri 1 e 2, del codice penale per un periodo di cinque anni.

Celebrazioni

In Italia il 25 aprile è giorno festivo a tutti gli effetti e si tengono manifestazioni in tutte le piazze.

Il 25 aprile il Presidente della Repubblica depone una corona d'alloro all'Altare della Patria, che in questa giornata è liberamente accessibile da parte di chiunque lo voglia. L'Altare della Patria è il monumento inizialmente dedicato a Vittorio Emanuele II in memoria del Risorgimento; oggi è il simbolo per eccellenza dell'Unità nazionale, contrastata proprio tra il 1943 e il 1945 per la guerra civile tra fascisti e antifascisti. L'Altare della Patria è anche il monumento per eccellenza dedicato al milite ignoto, cioè a tutti coloro che sono morti combattendo per l'Italia senza essere identificati e senza l'onore di una degna sepoltura.  

Obiettivi

  • Celebrare i valori della Resistenza, della democrazia, della libertà e dell'uguaglianza
  • Respingere il nazismo e il fascismo quali espressioni della negazione dei diritti umani, del rispetto della persona e dei valori democratici
  • Sollecitare e sostenere l'impegno civile e la partecipazione attiva di ogni cittadino a difesa dei valori condivisi e contro ogni tipo di regime autoritario e totalitario o basato sul culto della persona

Ricorrenze negli anni

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  • 25 aprile 2015: 70o anniversario
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  • 25 aprile 2013: 68o anniversario
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  • 25 aprile 2011: 66o anniversario

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