Distinguere tra proposizione soggettiva e oggettiva
Se fai caso, i contenuti di questo post sono identici a quelli della proposizione oggettiva e della proposizione dichiarativa: pertanto occorre distinguere!
- La proposizione soggettiva è retta da una proposizione con verbo impersonale (cioè priva di soggetto, ossia in forma impersonale).
- La proposizione oggettiva è retta da una proposizione con verbo personale (cioè dotata di soggetto).
Il resto è tutto uguale!
Per evitare errori di riconoscimento, segui le indicazioni contenute più oltre nel paragrafo "Domanda da porsi".
Analisi della proposizione reggente
La proposizione reggente può essere di qualsiasi tipo: principale, coordinata, subordinata di qualsiasi grado.
È necessario che la proposizione reggente risponda ai seguenti requisiti:
- la forma deve essere impersonale, quindi il verbo della reggente non deve avere il soggetto;
- il verbo deve far parte di queste tipologie:
- verbi di dire (dire, narrare, raccontare, tramandare, affermare, scrivere, promettere, giurare, annunciare... e sinonimi)
- verbi di sensazione (credere, ritenere, reputare, pensare, sentire, avvertire, udire, vedere, venire a conoscere, intuire, comprendere, sapere, conoscere, ricordare, dimenticare, sperare, confidare...)
- verbi di volontà (volere, preferire, ordinare, proibire, vietare...)
- il verbo non deve reggere un complemento oggetto.
Domanda da porsi
La domanda da porsi perché si possa trattare di proposizione soggettiva è apparentemente chi? che cosa? Questa domanda va interpretata nel senso di "chi/che cosa compie (o subisce) l'azione espressa dalla proposizione reggente?
Attenzione: la domanda è la stessa della proposizione oggettiva. Per evitare scambi erronei, trasforma la proposizione subordinata in forma nominale, cioè in soggetto o complemento. In questo modo, riuscirai a riconoscere bene la sua funzione.
Esempio di una proposizione soggettiva: Si dice che tu arriverai domani.
- Trasforma il verbo della subordinata in nome: arrivare -> arrivo.
- Riformula la frase: Il tuo arrivo si dice (si prevede) domani.
- Poiché "arrivare" equivale al soggetto "Il tuo arrivo", la proposizione "che tu arriverai domani" è una soggettiva.
Esempio di una proposizione oggettiva: Dicono che tu arriverai domani.
- Trasforma il verbo della subordinata in nome: arrivare -> arrivo.
- Riformula la frase: Essi prevedono il tuo arrivo per domani.
- Poiché "arrivare" equivale al complemento oggetto "il tuo arrivo", la proposizione "che tu arriverai domani" è una oggettiva.
Distinguere tra soggetto e proposizione
Si parla di "soggetto" quando una "parte del discorso" è analizzata in rapporto con un "verbo".
Si parla di "proposizione soggettiva" quando una "frase" è analizzata in rapporto con un'altra "frase" (detta "proposizione principale").
Forma della proposizione soggettiva
La proposizione soggettiva può essere espressa in due forme (vedi in fondo gli "esempi ragionati"):
- forma esplicita (i modi del verbo sono "finiti": indicativo, congiuntivo, condizionale. L'imperativo non è un modo utilizzato nella proposizione soggettiva)
- che + indicativo: esprime un soggetto che realmente ha compiuto/subito, compie/subisce o compirà/subirà;
- che + congiuntivo: esprime un oggetto che è possibile/desiderabile/dubbio che abbia compiuto/subito, compia/subisca (nel presente o nel futuro);
- che + condizionale: esprime un oggetto che si avrebbe potuto compiere/subire, potrebbe compiere/subire (nel presente o nel futuro) a determinate condizioni (esplicite o implicite).
- forma implicita
- di + infinito.
Esempi ragionati
- Con un verbo di dire (forma esplicita con indicativo = azione reale):
- L'altro giorno si raccontava = proposizione principale (né soggetto né complemento oggetto sono presenti nella principale) → che cosa?
- che Giuliano era caduto dalla moto = proposizione subordinata di I grado, esplicita, soggettiva (Giuliano è davvero caduto, nel passato)
- mentre guidava = prop. subordinata di II grado, temporale
- Con un verbo di sensazione (forma esplicita, con tutti i modi possibili)
- Si ritiene che tu hai ragione (= realtà: tu hai davvero ragione)
- Si ritiene che tu abbia ragione (= possibilità, ipotesi, opinione: secondo me - è mia opinione, non certezza - hai ragione)
- Si ritiene che tu avresti ragione (= a patto che si realizzi una determinata condizione)
- Si ritiene = proposizione principale (né soggetto né complemento oggetto sono presenti nella principale) → che cosa?
- che tu hai ragione / che tu abbia ragione / che tu avresti ragione = proposizione subordinata di I grado, esplicita, soggettiva
- Con un verbo di volontà (forma implicita)
- Ti è stato ordinato = proposizione principale (né soggetto né complemento oggetto sono presenti nella principale) → che cosa?
- di fermarti = proposizione subordinata di I grado, implicita, soggettiva
La prova del 9: trasformare la proposizione soggettiva in soggetto
Esempio: Ti è stato ordinato di fermarti. → Ti è stato ordinato lo stop.
- Lo stop = soggetto.
- è stato ordinato = predicato verbale (con verbo impersonale).
- ti = a te = complemento di termine.