La parola "che", in italiano, ricopre un gran numero di funzioni grammaticali: tra tutte quelle da analizzare, è probabilmente la più complessa perché può svolgere, a seconda del contesto, sette funzioni diverse. E' talmente particolare che sul "che", generalmente, è presente almeno una domanda all'interno dei test INVALSI di prima media. Insomma, all'INVALSI ritengono abbastanza probabile che, se un ragazzo sa individuare correttamente la funzione del "che", abbia compreso i meccanismi dell'analisi grammaticale (abbia cioè sviluppato "competenze").

Ora, a prescindere dal test INVALSI, è giusto che un ragazzo di 11-12 anni sappia utilizzare correttamente questa parola, visto anche l'uso che se ne fa nel linguaggio comune. Pertanto, consiglio di seguire due possibili schemi per l'individuazione della funzione grammaticale corretta della parola in questione.

Primo procedimento logico

  1. La prima cosa da fare è valutare se la parola "che" è un pronome relativo. È semplicissimo verificarlo: basta sostituire "che" con il quale, la quale, i quali, le quali (ovviamente uno solo di questi pronomi, da concordare con la parola a cui si riferisce). Attenzione: non basarti sul suono (che può essere anche sgradevole), ma rifletti sul significato della frase. Se il significato è lo stesso, "che" svolge la funzione di pronome relativo; in caso contrario, "che" svolge una delle sei funzioni successive.
    • Il libro che hai comprato è un buon romanzo. → Il libro il quale hai comprato è un buon romanzo (il suono non è accettabile, ma la forma è corretta: "che" è pronome relativo).
    • Ti ho detto che non ne voglio più! → Ti ho detto il quale non ne voglio più! (il significato è diverso, anzi, il periodo non ha più significato: "che" non è pronome relativo, ma congiunzione).
  2. Se non è pronome relativo, "che" può essere aggettivo esclamativo. In gran parte dei casi, la frase termina con il punto esclamativo e la parola "che" può essere sostituita da "quale".
      • Attenzione! Si dice aggettivo la parte del discorso che accompagna un nome.
      • Ancora attenzione! Non sempre il "che" contenuto in una frase terminante con il punto esclamativo è esclamativo!
    • Che gioia vederti! ("Che" accompagna il nome "gioia", quindi è aggettivo; può essere sostituito da "quale"; la frase termina con il punto esclamativo; pertanto, "che" è aggettivo esclamativo)
    • Voglio che tu ti sieda! (la frase termina con un punto esclamativo, ma "che" non può essere sostituito da "quale", né accompagna un nome, né lo sostituisce, anzi "collega" due frasi: "che" non è aggettivo esclamativo, ma congiunzione).
  3. "Che" può essere pronome esclamativo. Come nel caso precedente, la frase termina con il punto esclamativo (con eccezioni!), ma il "che" non è accompagnato da nomi. In molti casi, la parola "che" può essere sostituita da "che cosa".
    • Che bello! → Che cosa bella!
  4. "Che" può essere aggettivo interrogativo. Vale tutto quanto detto nell'esempio 2, ma la frase termina con il punto interrogativo. In molti casi, la parola "che" può essere sostituita da "quale".
    • Che panino vuoi? ("Che" accompagna il nome "panino", quindi è aggettivo; può essere sostituito da "quale"; la frase termina con il punto interrogativo; pertanto, "che" è aggettivo interrogativo)
  5. "Che" può essere pronome interrogativo. Vale quanto detto nell'esempio 3, ma la frase termina con il punto interrogativo. In molti casi, la parola "che" può essere sostituita da "che cosa".
    • Che vuoi? ("Che" non accompagna un nome, quindi è pronome; non è congiunzione perché nella frase c'è un solo verbo; può essere sostituito da "che cosa"; la frase termina con il punto interrogativo; pertanto, "che" è pronome interrogativo)
  6. "Che" può essere pronome indefinito: non accompagna un nome e può essere sostituito da "qualcosa".
    • Ha un che di misterioso! (c'è il punto esclamativo, però "che" non può essere sostituito da "che cosa", ma da "qualcosa")
  7. Se tutti gli altri casi sono esclusi, "che" sarà necessariamente una congiunzione subordinante con valore diverso a seconda delle frasi (dichiarativa, consecutiva, ecc.). Gli esempi sono riportati nei casi 1 e 2.

Statisticamente, nella lingua italiana sono più frequenti i casi 1 e 7. Pertanto, gran parte delle volte ci troveremo ad analizzare un pronome relativo o una congiunzione.

Tutto il primo procedimento logico può essere sintetizzato in breve in questa mappa concettuale.

Mappa concettuale sulle funzioni grammaticali del 'che'

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Secondo procedimento logico (in base alla punteggiatura)

L'immagine seguente utilizza un procedimento diverso di analisi, a partire dal segno di punteggiatura. L'immagine contempla tre casi:

  1. la frase termina con punto esclamativo;
  2. la frase termina con punto interrogativo;
  3. la frase termina con altro segno.

Segui l'ordine proposto per ogni colonna e arriverai alla soluzione corretta. Per ogni riquadro, utilizza anche le informazioni e gli esempi contenuti nel primo procedimento: avrai una probabilità molto più alta di non sbagliare.

Come condurre l'analisi grammaticale di 'che'

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Esempi di analisi grammaticale

Ecco alcuni esempi di analisi grammaticale del "che".

  • Il CD-rom che mi hai regalato contiene tante applicazioni.
    • che = pronome relativo invariabile (riferito a un nome maschile singolare)
  • La penna che ho comprato ieri si è già rotta.
    • che = pronome relativo invariabile (riferito a un nome femminile singolare)
  • Che bella scorpacciata ho fatto ieri alla festa!
    • che = aggettivo determinativo esclamativo (riferito a un nome femminile singolare)
  • È talmente antipatico che pochissime persone lo sopportano.
    • che = congiunzione subordinante con valore consecutivo.
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